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bianche e canute chiome, essendo io tanto oltre scorso con le parole; perocchè io pregare e supplicare volendovi, verrei col mio ragionamento ad avervi offeso e turbato; il che nè a me si conviene di fare in alcun tempo, nè la presente mia intenzione sostiene che io il faccia in alcun modo. Qual cagione adunque m’ ha mosso a fare menzione nelle mie parole della miseria degl’ iniqui e rapaci principi? Niuna, Sacra Maestà, se non questa, acciocchè ponendo io dinanzi agli occhi vostri le altrui brutture, voi meglio e più chiaramente conosciate la vostra bellezza e la vostra bontà, e di lei e di voi medesimo rallegrandovi, e felice e fortunato tenendovi, procuriate di così mondo e di così splendido conservarvi, e vi rivolgiate per l’animo, che quantunque le vostre vittorie e i vostri felici avvenimenti sieno stati molti e molto maravigliosi in ogni tempo; nondimeno più beata e più fortunata si conobbe essere Vostra Maestà in una sola avversità che ella ebbe in Algeri, che ella non si era dimostrata in tutte le sue maggiori e più chiare felicità trapassate. Perocchè chi fu in quel tempo che del vostro fortunoso caso amaramente non si dolesse? o chi della vostra vita, come di molto amata e molto prezzata cosa, non istette penoso e sollecito? o chi non porse a Dio con pietoso cuore ardentissimi prieghi per la vo-