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mare: felicità senza alcun fallo troppo maggiore che le corone e i reami e gli imperi, a’ quali si perviene assai spesso con biasimevoli fatti, e con danno e con rammarico de’ vicini e de’ lontani. Nè a me può in alcun modo caper nell’animo, che a coloro che si sentono così essere dagli altri uomini odiati ed abbominati, come i nocivi e venenosi animali si temono e si schifano, possa pure un poco giovar delle loro ricchezze, nè della loro potenza; il che senza alcun fallo (cioè di essere odiato e fuggito dagli uomini a guisa di serpe o di lupo) interviene di necessità a ciascuno che si volge ad usar la forza e la violenza fuori di ragione e di giustizia. Perciocchè quale animo potrebbe essere mai sì barbaro che amasse o lodasse quello antico Attila, o alcun altro di simile condizione? o che tale appetisse di essere egli o i suoi discendenti, quale colui fu, tuttochè egli poco men che l’Africa e l’Europa signoreggiasse? Certo non Vostra Maestà, nè alcun altro a lei somigliante. Perchè abbiansi le loro soverchie forze e i loro alti gradi coloro che possono sofferir di vivere a Dio in ira, e alla loro spezie medesima in odio e in abbominazione: dal pensiero de’ quali se io non fossi più che certo Vostra Maestà essere molto lontana, anzi molto contraria e del tutto inimica, poco senno mostrerei di avere sotto queste già