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perfetta, per niuna condizione si vollero attenere al consiglio di Temistocle; perciocchè egli non si poteva onestamente usare, tuttochè fosse senza alcun fallo utilissimo; e che il vostro antico Romano rifiutò di prendere i nobili fanciulli, che il loro scellerato maestro gli appresentava, quantunque egli non parentado, nè amistà, ma scoperta guerra avesse, e palese inimicizia con essoloro. E non tacerei, che la cupidigia consigliava parimente i Romani che ritenessero Reggio, terra possente in quel tempo, e situata così di costa alla Sicilia, come Piacenza a Cremona e a Milano è dirimpetto: ma l’onestà e la ragion vera e legittima richiedeva, che essi la restituissero; perocchè per furto e per rapina la possedevano. Per la qual cosa quel valoroso e diritto popolo, il quale Vostra Maestà rappresenta ora, e dal quale lo imperio del mondo ancora ha suo nome, comechè naturalmente fosse feroce e guerriero, non solamente non accettò la male acquistata possession di Reggio, ma con aspra vendetta e memorabile punì que’ suoi soldati che l’avevano occupata. a forza, non guardando che quell’utile, che oggi si chiama ragion di stato, consigliasse altramente. Ma perocchè io sono certissimo, che il buon volere di Vostra Maestà non ha bisogno di stimolo alcuno; non è necessario che io dica più avanti de’ giusti fatti degli an-