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zio possa essere a ciascuno, che questa opera è giusta poichè ella è vostra e da voi operata; nondimeno, perocchè ella nella sua apparenza, e quasi nella corteccia di fuori, non si confà colle altre vostre azioni, molti sono coloro che non la riconoscono e non l’accettano per vostro fatto; non contenti che ciò che ha da voi origine, si possa a buona equità difendere; ma desiderosi, che ogni vostra operazione si convenga a forza lodare. E veramente (se io non sono ingannato) coloro che così giudicano, quantunque eglino fcrse in ciò si dipartano dalla ragione, nondimeno largamente meritano perdono da Vostra Maestà; perciocchè se essi attendono e ricercano da lei, e fra le ricchezze della sua chiarissima gloria, oro finissimo e senza mistura, e ogni altra materia quantunque nobile e preziosa rifiutano da voi, la colpa è pure di Vostra Maestà, che avete avvezzi ed abituati gli animi nostri a pura e fine magnanimità per si lungo e sì continuo spazio. Perchè se quello che si accetterebbe da altri per buono e per legittimo, da voi si rifiuta; e non come non buono ma come non vostro, e non come scarso ma come non vantaggiato non si riceve, e perchè voi lo scambiate, vi si rende; ciò non si dee attribuire a biasimo de’ presenti vostri fatti, ma è laude delle vostre preterite azioni. E quantunque l’avere Vostra Maestà, non dico tolta, ma ac-