quale convien a cherico. Avvenne, che passando in quel tempo di là un nobile uomo, nomato conte Riccardo, egli si dimorò più giorni col vescovo, e con la famiglia di lui; la quale era per lo più di costumati uomini e scienziati; e perciocchè gentilissimo cavaliere parea loro, e di bellissime maniere, molto lo commendarono ed apprezzarono, se non che un picciolo difetto avea ne’ suoi modi; del quale essendosi il vescovo, che intendente signore era, avveduto ed avutone consiglio con alcuno de’ suoi domestichi; proposero. che fosse da farne avveduto il conte, comecchè temessero di fargliene noia. Per la qual cosa, avendo già il conte preso commiato, e dovendosi partir la mattina vegnente; il vescovo, chiamato un suo discreto famigliare, gl’impose, che montato a cavallo col conte, per modo di accompagnarlo, se ne andasse con essolui alquanto di via; e quando tempo gli paresse, per dolce modo gli venisse dicendo quello che essi aveano proposto tra loro. Era il detto famigliare uomo già pieno d’anni, molto scienziato, e oltre ad ogni crcdenza piacevole e ben parlante e di grazioso aspetto; e molto avea de’ suoi di usato alle corti de’ gran signori; il quale fu, e forse ancora è chiamato M. Galateo; a petizion del quale, e per suo consiglio, presi io da prima a dettar questo presente Trattato. Costui ca-