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più industria s’affatica; perciocchè oltra che faranno quello che gli conviene, utilità grande ancora ne trarranno, essendone graziosi e benigni riputati: di che avverrà che gli animi degli amici tutti ad ubbidirli, a servirli e a compiacerli, con ogni cura e sollecitudine s’accenderanno.
101. Gran diligenza è ancora da porre intorno a questa cosa, nella quale sogliono errare molti, cioè che i famigliari e dimestichi amici non infermino, non patiscano freddo, non disagio di mangiare o bere, o non siano delle più vili e più sprezzate vivande pasciuti: conciossiacosachè non in iscambio di beneficio, ma di mercede sia da porre il dare a ciascuno secondo la di lui dignità e grado.
102. Di doppio biasimo degni sono quelli, i quali come a servi strettamente danno il vivere, e quello di cose cattive e grosse, ovvero quando alcuno in qualch’errore incappa, col diminuimento del mangiare e del bere ne lo castigano; perciocchè primieramente contra di sé gli odii e i rammarichi di coloro incitano, da cui amati e riveriti esser desiderano, dappoi sono cagione che da quelli istessi, da’ quali vorrebbono la loro magnificenza e liberalità esser palesata (non facendo essi cotante spese ad altro fine) l’avarizia e miseria loro ad iscoprirsi venga.
103. Aggiugnesi a questo, che gli uomini