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no, e riverenti, pronti e fedeli sono stati, del frutto e della mercede delle fatiche loro privi non rimangano.

99. E come agli amici inferiori bene sta a non mostrarsi, nel domandar alcuna cosa, acerbi, nè fastidiosi od importuni, ma solamente ammonire e pregare, ciò anco vergognosamente facendo (chè chiunque il fine di ogni sua ragione minutamente vuol vedere, dall’ ubbidienza e dalla osservanza molto s’allontana; e perciò a’ padri sommamente dispiace l’essere da’ figliuoli dinanzi a’ giudici dimandati, perciocchè non vogliono a quelli esser agguagliati), così è cosa da uomo dubitoso e disposto ad ingiuriare, il differire e aspettare il ricordo a pagare ciò che deve: conciossiacosachè senza dubbio tenuti siamo a guiderdonare coloro la cui vita ne’ servigi nostri si consuma.

100. Perchè i potenti e ricchi, quando a coloro, i quali meritevoli ne sono, usando della liberalità donano delle loro ricchezze, non si persuadano operare in essi beneficio alcuno, ma sì premiargli de’ servigi e dell’ onore da loro ricevuto; anzi vorrei io che la mercede ne gli rendessero con quella misura, colla quale ad essi le fatiche imposte hanno o colla quale hanno voluto essere serviti, a guisa della terra facendo, la quale maggior copia de’ frutti rende a chi nel coltivarla con