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mente deono i superiori con pieghevole animo e senza ira comportare, quando in alcuna cosa gl’ inferiori errassono, ovvero quando nella natura o costumi loro difetto alcuno fosse ritrovato.
95. Quanto malagevole cosa sia a chi vive secondo il volere e secondo ’l sentimento altrui, e sì fattamente, che tutt’i detti, tutt’i fatti e finalmente tutt’i movimenti e tutt’ i gesti all’ altrui volontà abbia ad attare, a non fallire mai, a non incappare in qualche erroruzzo, di qui si può conoscere che noi, avvegnachè secondo il giudicio e ’l parer nostro viviamo, a noi medesimi senza difficultà grandissima soddisfare non possiamo.
96. Se adunque avverrà che delle cose, le quali di giorno in giorno da fare occorrono, alcuna men pulita e men attamente riesca; ovvero che gli amici bassi nell’ eseguire delle imprese loro assegnate, così esquisita diligenza o sagacità o prestezza non usino, com’essi vorrebbono; si doveranno perciò i superiori guardarsi di non accendersi di subita ira, e di non lasciarsi a quella trasportare, come alcuni fanno, i quali in ferventissimo furore, e non di rado, trascorrono; per ciocchè niente è più agevole che col pensiero disegnare in qual maniera meglio fare si possa qualunque cosa tu vogli da un altro esser fatta, ma il mandarla ad esecuzione non