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mente; invitingli eziandio essi qualche volta a parlare, e con essoloro amichevolmente scherzando e alla piacevolezza inchinandosi, favellino, acciocchè conoscano sè non da servi esser trattati; conciossiacosachè l’uomo di sua natura lo star soggetto abborrisca, e perciò la simiglianza della servitù, la quale molti affettuosamente s’ingegnano di fare che ne’ suoi appaia, con somma diligenza è da nascondere e da ricoprire.

Cap. XII. Essere ingiustizia abbondare nelle maniere cortesi, per poi scarseggiere con gl’inferiori nella mercede.

91. Hacci oltre a ciò di quegli, ne’quali alcuna mansuetudine si truova, ma tutta di ma-lizia coperta. Costoro per potere più lungarente, e senza costo, delle fatiche altrui godere, pascono di speranza uomini miseri e vili, e di finta clemenza e bontà gli nodriscono, acciocchè le fatiche di molti anni con alquante lusinghevoli parole lor si compensino. Lievisi questa di meretrici propria usanza: scaccinsi le frodi e gl’ inganni non solamente da questa amicizia, ma ancora da tutti gli altri umani affari. E se il torre ad alcuno la roba cosa vituperevole stimiamo, perchè doverem noi riputare cosa giusta e onesta il privare altrui de’ frutti della vita e della età, coloro sotto spezie di bontà ingannando, i