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fieramente si adirano, e per niun modo rappacificar si vogliono, oltrechè ingiustamente fanno, deono pensare sè di nemici piuttosto che di amici esser attorniati.

84. Nel parlare e nel vivere degli uomini superiori hacci una alcuna piacevolezza, anzi severità, condita perciò d’umanità e dolcezza la quale chi si troverà avere, sarà dai suoi famigliari a guisa di padre riverito ed amato, e non a guisa di tiranno temuto; e tutti quelli i quali d’alcuno temono, in odio ancora lo hanno: ma la maggior parte delle persone, mentrechè la troppa famigliarità fuggir vuole parendole non poter abbastanza servare il grado suo appo coloro, cui per famigliari eletti s’avrà, perversa e fera diviene.

85. Leggesi nelle istorie di Erodoto essere stato uno, per nome chiamato Deioce, di nazione medo, uomo savissimo, il quale, perciocchè giusto era, fu fatto re.

86. Questi ebbe molte cose utilmente ordinate, e tra le altre quella, la quale alla maestà reale si richiedeva; conciofossecosaché egli non volesse udire alcuno de’ sudditi suoi, se non per mezzo degl’interpreti: anzi non voleva egli da alcuno essere veduto; il che per paura dell’invidia faceva, accorgendosi che gli altri cittadini i quali tanto tempo in un medesimo grado con esso lui vivuti erano, mal volentieri lui con tanto onore a loro preposto vedevano.