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do non è asceso, cessi da cotale apparenza così affettuosamente imitare, acciocchè da’suoi odiato, e dagli altrui schernito non sia.

73. Non meno crudelmente fanno coloro, i quali, per ogni minima frasca, le persone le quali spesse volte nobili saranno, usano di sgridare e ingiuriare con villane parole, e ciò in pubblico e nel cospetto altrui. Che cosa fareste voi a schiavi? Certo quantunque tenuti siano gli uomini bassi a sofferire ogni cosa, nondimeno a voi è richiesto considerare quanto incarico poniate loro sopra le spalle. E perciò istimo io, che quelli, i quali sono arditi e sfrenati sì che le mani addosso d’ uomini liberi pongano, siano da castigare agramente, come persone di perduta speranza, e non da ammonire.

74. È sentenza d’Aristotile, niuna cosa essere, nella quale il padrone al servo, in quanto egli è servo, debba rispetto avere: ma non per tanto, posciachè i servi son pure uomini, giudica egli che verso d’essi ancora le leggi dell’umanità s’abbiano ad osservare intieramente. E certo fuor di tempo non fu ciò che quel falso Sauria di Plauto, quantunque servo e malvagio, essendogli da un uomo libero detta villania, rispose dicendo: Tanto son uomo io quanto tu.

75. Ma questi tali veramente non pensano