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assegnare si deono; perciocchè nè anco i superiori sono tutti d’un medesimo grado.

67. Noi dunque (perciocchè quello che insegnar intendiamo coll’ esempio delle cose tra sé diversissime sarà chiaramente inteso) 0noriamo e adoriamo Iddio: ma se un uomo alquanto più ricco volesse che da un povero gli si facesse sacrificio sopra l’altare, non sa rebbe egli da riputare pazzo? Vedesi ancora, che i valorosi e illustri cittadini non sono riveriti con quello onore, col quale il re deila Persia riverire si suole.

68. Come adunque gli inferiori sono tenuti a fare l’ufficio loro non isforzatamente; nè aspettando sempre il ricordo, ma volentieri e da sè; così all’incontro a’ superiori appartiene non usare oltra alla convenevolezza della diligenza loro, nè comandargli superbamente; ma tenere per cosa ferma, sè usare dell’ opera loro libera e volontaria, postochè non senza costo ne usino, e non comandare a’ servi, perciocchè sono liberi, non solamente secondo le leggi, siccome è chiaro, ma ancora secondo la natura; se pure secondo la natura è servo colui, del quale altro principalmente non adoperiamo, se non l’uso delle membra corporali, e il quale della ragione è sì fattamente partecipe, che col sentimento la conosca, ma non la possegga: ma quelli i quali da principio chiamai amici in-