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gue a tenere in casa tanti famigliari, ma ciò fassi per pompa, e per esserne da più riputato; e perciò quest’ altre cose addietro non lascino, ma si mostrino presenti, compaiano davanti, e accompagnino; siano diligenti, guardandosi nondimeno di non essere fastidiosi, e pensando non una sola essere la loro impresa nella casa: perciocchè di qualunque è l’uno d’ essi, comuni sono gli uffici tutti.
56. Quelli, i quali truovano l’iscuse, ovvero sono negligenti e tardi, a questa amicizia sono dannosi; e essendo essi nell’ eseguire le cose loro imposte pigri e avari, persuadono quasi l’amico superiore e potente, che la mano della sua liberalità ristringendo in ogni cosa, ver di loro pigro e avaro altresì divenga.
57. Nel recare ad effetto le cose che a traltar avranno, fedeli e leali siano: sì perchè egli è onesta e giusta cosa il così fare; si ancora perchè egli è giovevole; perciocchè i superiori a coloro del tutto si danno, cui fedeli esser conoscono, e per questa cagione ancora a fare loro beneficio sono astretti.
58. Usino eziandio diligenza, prontezza e sagacità, quale nelle sue proprie cose userebbono, e tanto maggiore ancora, se possibile fia, quanto la cura dell’ altrui più malagevole esser si vede.