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fosse, addimandarono Philia, cioè amicizia, da lei togliendolo in prestanza: perciocchè chỉ ha questa virtù, suole in tutti i ragionamenti suoi umano e affabile mostrarsi, non altrimenti che l’uno amico coll’ altro mostrar si soglia. Ma questa virtù consiste in questo, cioè, che le cose a voglia non s’abbiano a dire, e nondimeno levata ne sia la baldanza; e la maninconia e l’alterezza dopo le spalle sian gittate. È il vero, che a servare questo mezzo ci è di grande aiuto il conoscere, chi noi siamo, e con cui parliamo. Questo in qual modo sia da pigliare si può, come le altre cose tutte, conoscere in quelli, tra i quali alcuna differenza uotabile esser si vede, siccome sono padri e figliuoli, sudditi e signori.

50. Imperciocchè chi contra il maestro dicesse cosa, la quale contra alcun privato convenevolmente detta essere si stimasse, presontuoso e di castigamento degno riputato sarebbe. Cosa scellerata è per certo riprendere il padre, e vituperosa riprendere il maestrato; ma non disdicevole riprendere quelli che pari ci siano.

51. Questa misura ne’ suoi ragionamenti doverà costui con ogni possibile forza ritenere (essendo facil cosa incappare in alcuno errore) acciò non iscorra nell’ adulazione, e nondimeno fugga il nome di morditore, ovver