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questa che anco al volgo è nota. Se al guadagno solo, e non alla onestà risguardar si dee, rubiamo le case degli amici superiori, essi nelle mani de’ lor nemici diamo.

47. Deesi adunque, tuttochè il fine di questi ammaestramenti altro che utilità non sia, por mente, che tanto avanti nou si scorra che de’ termini della giustizia s’esca. Che cosa, per Iddio, è all’onestà più contraria dell’adulazione e delle lusinghe? le quali non solamente i vizi degli uomini mantengono, ma ancora ne gli partoriscono, e ciò molto spesso: perchè dovrà guardarsi l’uomo basso di non fare In luogo dell’amico lo sfacciato.

48. Al compiacere vicine sono le lusinghe: oltre a ciò, egli è difficoltà grande a volere nelle cose tutte insegnare infin a qual termine a procedere s’abbia; conciossiacosache i vizi alle virtù quasi vicini siano, ovvero si fattamente congiunti, che la differenza discernere non se ne può. Ma non pertanto hacci alcuna misura, della quale chi vorrà usare, non trapasserà i termini della onestà, e nondimeno ciò che giovevole fie, potrà procacciarsi.

49. Ne’ ragionamenti adunque certo mezzo e certa misura si truova, la qual virtù gli Aristotelici, parendo loro ch’ella senza nome