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restano pari, vinti nondimeno ancora si credono laonde il pensiero altrove rivolgono, e di coloro, da’ quali una volta offesi saranno stati, alcuna stima più non fanno.
42. Come dunque la superbia colla familiarità, con gli spessi ragionamenti e colla piacevolezza si raddolcisce, così coll’ alterezza. colla taciturnità e colla maninconia s’inasprisce. Oltra di questo, grande sciocchezza è a non sofferire i motti di coloro, le cui villanie sopportare ci convenga. Per queste cagioni deono gli amici bassi talmente disporsi, che non solamente ad ingiuria non si rechino la troppa baldanza de’ potenti nel motteggiare, ma ancora confessino se avere loro obbligo dell’essere così dimesticamente trattati.
43. Nel rimanente della vita è da serbare un mezzo tale, che nel ragionare sopra tutto festevoli e gioiosi ci dimostriamo; non già oltre alla convenevolezza, ma sì che ogni nostro parlare alla volontà e desiderio dell’ amico superiore si confaccia. Fuggasi la tristezza e taciturnità, le quali non meritano punto d’amore e per la maggior parte partoriscono odio e sospetto; perciocchè i superiori temono di non soddisfare a coloro, cui veggono stare di mala voglia.
44. Abbiano gli uomini bassi nel parlare misura, il che è segno di riverenza; nè siano essi i primi a favellare, se non quando per