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cosa da farne gran conto; perciocchè più spesso, che ’l fare, a favellare ci occorre, nel quale a guadagnarsi gli animi altrui gran forza è posta.
35. Nelle parole adunque gran diligenza sopra tutto usare ci bisogna, in fare ch’ elle siano umili, rimesse e pressochè sprezzate; perciocchè a tempi dilicati abbattuti ci siamo, ne’ quali seguendo l’errore loro, niuna cagione è per la quale d’imitare altrui vergognare ci dobbiamo. Cosa prosontuosa è non solamente l’avvisare, ma ancora il dar consiglio; ma il riprendere non è da essere tollerato.
36. Troppo lungo sarei se io volessi le cose tutte ad una ad una raccontare; il perchè l’averne il principio dimostrato sarà, secondo il mio parere, assai. Oltre a ciò, se in alcuna cosa da resistere fosse, ciò fare si deve a poco a poco, e timidamente e di rado, e solamente quando la necessità ci strignesse, perciocchè il fare resistenza non è di uomo ubbidiente segnale. Sogliono alcuna volta ne’ ragionamenti e ne’ conviti nascere quistioni di cose dubbiose e sottili; nel che scioccamente parmi che facciano alcuni dotti e ingegnosi uomini, i quali il parlare, come cosa di ragione sua, subitamente ripigliano, garriscono, disturbano ogni cosa, contradicono ostinatamente, e alla fine riprendono, ciò con parole