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cuno per avventura fosse, il quale ciò per suo biasimo da me esser detto presumesse, questi vorrei io che stimasse me, non degli uomini, ma della cosa propriamente ragionare.

25. I costumi de’ potenti alla natura e alP’usanza de’ ricchi sono in parte simiglianti, e in parte alquanto migliori; perciocchè in essi è il desiderio dell’onore, l’ animo generoso e all’ operare pronto, conciossiacosachè la potenza gliene presti la via, e la dignità gli aggiunga alcuna gravità.

26. L’avere infin a qui detto de’ costumi de’ ricchi e de’ potenti, voglio che mi basti.

Cap. V. Si principia a dire degli uffici dell’inferiore verso il superiore: di quello esser debito la pazienza nell’ingiurie; l’obbedienza e la riverenza si ne’ fattı, come ne’ detti.

27. Nella povertà e nella bassezza le cose del tutto contrarie si ritruovano; il perchè i poveri e i bassi doveranno verso i ricchi e i potenti si fattamente portarsi, che non solamente sopportiuo volentieri, ma eziandio nascondano amorevolmente le ingiurie, le offese, le melensaggini loro, amandogli quanto più per loro si può, o almeno in ogni parte onorandogli e avendogli in riverenza; perciocchè l’essere amati gli è sommamente caro, parendo loro che chi gli ama, gli appruovi.

28. Talchè istimandosi i ricchi d’ogni cosa