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forestieri, nè ritenergli a mangiare col suo signore. E niuno avveduto uomo sarà, che si ponga a tavola, per suo invito: ma sono alle volte i famigliari sì prosontuosi, che quello che tocca al padrone vogliono fare pure essi. Le quali cose sono dette da noi in questo luogo più per incidenza che perchè l’ordine, che noi pigliammo da principio, lo richiegga.

Cap. XXX. Si riferiscono altre molte azioni, e molte maniere sconce e difformi, che debbono schivarsi, e con ciò si pone fine al Trattato.

174. Non si dee alcuno spogliare, e spezialmente scalzare in pubblico, cioè laddove onesta brigata sia; chè non si confà quello atto con quel luogo. E potrebbe anco avvenire, che quelle parti del corpo, che si ricuoprono, si scoprissero con vergogna di lui, e di chi le vedesse.

172. Nè pettinarsi, nè lavarsi le mani si vuole tra le persone; chè sono cose da fare nella camera, e non in palese; salvo (io dico del lavar le mani) quando si vuole ire a lavola; perciocchè allora si convien lavarsele in palese, quantunque tu niun bisogno ne avessi; affinchè chi intinge teco nel medesimo piattello il sappia certo.

173. Non si vuol medesimameute comparire con la cuffia della notte in capo. Nè allacciarsi anco le calze in presenza della gente,