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dee fare. E se altri inviterà te, potrai agevolmente non accettar lo invito; e dire, che tu ti arrendi per vinto; ringraziandolo, o pure assaggiando il vino per cortesia, senza altramente bere.

167. E quantunque questo brindisi, secondo che io ho sentito affermare a più letterati uomini, sia antica usanza stata nelle parti di Grecia; comechè essi lodino molto un buon uomo di quel tempo, che ebbe nome Socrate, perciocchè egli durò a bere tutta una notte, quanto la fu lunga, a gara con un altro buono uomo, che si faceva chiamare Aristofane; è la mattina vegnente in su l’alba fece una sottil misura per geometria, che nulla errò; sicchè ben mostrava che ’l vino non gli avea fatto noia; e tuttochè affermino oltre a ciò che così come l’arrischiarsi spesse volte nei pericoli della morte fa l’uomo franco e sicuro, così lo avvezzarsi a’ pericoli della scostumatezza, rende altrui temperato e costumato; e perciocchè il bere del vino a quel modo, per gara abbondevolmente e soverchio, è gran battaglia alle forze del bevitore; vogliono che ciò si faccia per una cotal pruova della nostra fermezza, e per avvezzarci a resistere alle forti tentazioni e a vincerle: ciò non ostante a me pare il contrario, e istimo che le loro ragioni sieno assai frivole.

168. E troviamo, che gli uomini letterati