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bia per famigliare e per domestico: perchè quantunque, ciò facendo, mostrino che loro caglia di colui cui essi invitano; sono, eziandio molte volte cagione, che quegli desini con poca libertà, perciocchè gli pare che gli sia posto mente; e vergognasi.

165. Il presentare alcuna cosa del piattello che si ha dinanzi nou credo che stia bene; se non fosse molto maggior di grado colui che presenta, sicchè il presentato ne riceva onore; perciocchè tra gli uguali di condizione pare che colui che dona, si faccia in un certo modo maggiore dell’altro; e talora quello che altri dona, non piace a colui a chi è donato; senzachè, mostra che il convito non sia abbendevole d’intromessi, o non sia ben divisato quando all’uno avanza e all’altro manca, e potrebbe il signor della casa prenderlosi ad onta; nondimeno in ciò si dee fare come si fa, e non come è bene di fare; e vuolsi piuttosto errarc con gli altri in questi sì fatti costumi, che far bene solo. Ma che che in ciò si convenga, non dei tu rifiutar quello che ti è porto; che pare che tu sprezzi o che tu riprenda colui che ti porge.

166. Lo invitare a bere, la quale usanza, siccome non nostra, noi nominiamo con vocabolo forestiero, cioè far brindisi, è verso di sè biasimevole; e nelle nostre contrade non è ancora venuta in uso, sicchè egli non si