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osservarle non pure da vicino ma con la lente, tanta è la finezza del lavoro, e queste servivano per uso di sigillo negli anelli; onde le pietre incise alquanto grandi danno a ragione sospetto intorno all’antichità loro. L’uso di che discorriamo era comunissimo, e questa è la cagione del gran numero di piccole pietre incise che si son ritrovate, specialmente nella campagna romana. Gli artisti dell’epoca moderna ebbero costume d’incidere e lavorare pietre di gran dimensione, quando intendeano voler fare opera eccellente, e le piccole pietre che furono incise in questo lasso di tempo, cioè dal medio evo in poi, hanno molto minor pregio, e paiono fatte per le persone meno facoltose e meno intendenti, laddove il contrario, come abbiam detto, succedeva presso gli antichi; solo una eccezione è da fare che si riferisce ai Gnostici e Basilidiani del secondo secolo dell’era volgare, i quali usavano amuleti da appendere al collo o intorno la persona, da essi chiamati Abraxas, ed erano pietre figurate o incise di ogni grandezza che simboleggiavano per loro lo spirito creatore, e son quasi sempre in diaspro verde o in agate nere.

Il rovescio della gemma era curato dagli antichi col minor garbo e cura, lasciandola essi tanto alta quanto ell’è naturalmente, facendola soltanto tonda e pulita quanto abbisognasse per legarla col metallo, e ciò perchè diminuendo la spessezza non si diminuisse alla pietra il vivo e il bello del suo colore. Il rovescio delle pietre antiche è sempre lucido, perchè allustrato con un processo particolare a noi ignoto;