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cia, forse ancor pei garretti; ne ebbero di quelli annulari, e ne usarono di quelli fatti a spirale; se ne trovarono nelle necropoli etrusche tanto di quelle che sono evidentemente per uso di viventi quanto di altre senza meno destinate unicamente ad ornare i cadaveri nell’esequie e ad essere seppellite con essi; ve ne hanno alcune ad uso di fanciulli che sono di così leggiadro lavoro da far maravigliare chiunque le vegga. I Romani e le Romane usarono armille di oro, di argento e di bronzo. Spesso leggiamo nella loro istoria che furono presentate armille di oro ai valorosi guerrieri; così Livio descrivendo una battaglia termina dicendo che finalmente il console dopo la vittoria distribuì corone ed armille di oro a due centurioni e ad un manipolo di astati; ad altri che erano o troppo giovani o stranieri, o di condizione inferiore, donava cornette ed armille di argento (X, 44). Plinio dice che le corone e le armille di oro erano date al cittadino romano, e non ai barbari ed ai forestieri (H. N. 10, XXXIII). Valerio Massimo ci conservò la formula usata nel conferir quei premi, ed è


Imperator te argenteis armillis donat.


I lottatori ed i soldati usarono armille di bronzo, ma certo non fu per semplice ornamento, avendo esse forma tutta particolare manifestamente intesa a coprire e salvare il braccio dai colpi dell’avversario. Queste erano in forma di striscie spirali che dal polso salivano per tutto il braccio fino alla spalla: ve ne