Pagina:Dell'obbedienza del cavallo.pdf/178

150 Parte

la loro indole naturale ed incarico, senza essere impediti dalla mano.

Da quanto si è detto sopra, può rilevarsi qual sia la premura che deve avere il Cavallerizzo d’ottenere nel suo Cavallo di maneggio la piega della testa e del collo, poichè senza questa è difficile per non dire impossibile come si è veduto, il potere esigere la perfezione nelle sue azioni. Una tal piega senza dubbio depende dal grado perfetto dell’elasticità dei legamenti delle gambe di dietro; onde se per mezzo dell’arte e dell’esercizio non si arriva a poter ridurre questa a quell’ultimo grado di perfezione, che produce la sopraddetta piega, può francamente un tal Cavallo destinarsi ad altro uso, per non perdere dietro a questo inutilmente il tempo.

Ridotto il Polledro ad agire con la testa e collo piegato dalla parte di dentro, con le corde da terra, scosso di peso in tutte le azioni, cioè di passo in avanti e in dietro, di trotto, di galoppo, e di passeggio, nelle linee rette, e curve semplici, nelle laterali rette, curve, e rovescie, interrompendo l’une, con le altre, come ho dato per regola nel Capitolo antecedente, si passi dipoi a farlo agire, con l’uomo sopra, nelle medesime, e con l’istesso metodo, per maggiormente obbligare col peso i legamenti dell’articolazioni all’ultimo grado di quell’elasticità, di cui sono suscettibili, e quan-


do