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curiosità, fra l’andare e il venire della cameriera alla porta e da questa all’uscio del salotto?

— Signora, c’è una bambina che deve consegnarle una lettera.

— Una bambina? A quest’ora?

— Non è sola. L’accompagna una signora piuttosto anziana che l’aspetta alla porta.

Un breve silenzio. La signora piega la testa, la solleva con sùbita calma.

— Fatele entrare.

Entrò solo la bambina: era piccola, esile, con le gambine scarne e i piedi grandi: grandi anche le mani, ch’ella tentava di nascondere entro le maniche di un paltoncino rosso troppo largo per lei. Un berrettino a maglia, dello stesso colore, ardeva come un fiore in mezzo al cespuglio dei suoi capelli crespi di un nero dorato. Del viso non si vedeva che l’uovo del mento, poiché ella si avanzava a testa bassa, quasi spinta benevolmente, anzi con incoraggiamento, dalla mite cameriera: e appena consegnata alla signora la piccola lettera che aveva tratto dalla manica del paltoncino parve volesse fuggire.

— Ma no, ma no; mettiti qui, carina; adesso la signora legge.

Era la cameriera che parlava; la fece sedere quasi per forza, sul divano, accanto