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respiro, come se quello fosse il cattivo sangue del suo dolore e la liberasse finalmente dal suo male. E le sembrava di veder la vigna del suo podere, tutta pesante di uva già matura; e che una voce la chiamasse per vendemmiare.

— La mamma! La mamma! Questa volta il brivido era profondo; le saliva dalle viscere, le percorreva ogni vena, la chiudeva in una rete incandescente. E d’un tratto ella sentì di nuovo la voce della madre, ma dentro di sé, e le parve che lo spirito evocato fosse venuto a raggiungerla, per non lasciarla mai più.

Riaprì gli occhi. Il motore s’era fermato, la nebbia si dileguava: già si rivedevano, intorno al tavolo, note di colore: rossi, verdi, lilla; e la perla di un orecchino pareva una stella fra le nubi.

Ella non seppe mai spiegarsene il perché, neppure quando qualcuno le disse che forse davvero lo spirito della madre era in quel momento penetrato in lei per animare la sua creatura; ma sentì una gioia indicibile sollevarla tutta. Pensò che fra pochi giorni sarebbe tornata a casa, guarita; e tutto le apparve bello e luminoso. Tutto: l’altissimo pioppo che, come una sentinella corazzata d’acciaio, vigila giorno e notte la bianca fattoria; le galline che più svelte delle scimmie