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Passò del tempo, e nulla si seppe.
La madre sperava sempre. Io non ci pensavo più, felice di aver per conto mio ripreso nel pugno la fede in me stessa.
Un giorno Sebastiano, che aveva ancora da scontare tre anni, fu per effetto di amnistia rilasciato libero: la madre venne a trovarmi, tutta raggiante come quel giorno fra i lentischi rossi di Valverde.
— Vedi che la Regina ha fatto la grazia?
Invano tentavo di disilluderla. Se la Regina non avesse parlato, ella diceva, il decreto di amnistia non avrebbe mandato libero Sebastiano.
Ed in segno di gratitudine ella mi offrì un ricordo che conservo ancora: è una fiaschetta da viaggio, fatta di una piccola zucca tutto intorno finemente istoriata: lavoro di arte, di pazienza, di attesa, che il condannato aveva eseguito nella casa di pena.