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versare i secoli e gli spazî infiniti e arrivare dal mendicante al re.
Con la parola scritta io dunque comunicherò con la nostra Regina: attraverso la mia voce muta Ella sentirà il cuore della piccola madre, e giustizia sarà fatta.
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Avere qui ancora il foglio della supplica! Sostituirebbe, col suo ingenuo soffio di umanità, tutte queste paginette che hanno l’aria di una novella, e non lo sono; o forse era un documento di letteratura che il commosso ricordo trasforma e fa rivivere di più profonda vita?
Non si sa dirlo. So che era scritto in bella calligrafia, a nome della madre, con la firma apocrifa identificata da una piccola croce tremula, significativa immagine della madre stessa, della sua fede, del suo dolore.
Anche l’indirizzo fu scritto da me.
A Sua Maestà
Margherita di Savoia
Regina d’Italia
Roma