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— L’ingiustizia...

Una voce ha risposto ai miei pensieri, come una misteriosa eco interiore. Ma no: è proprio una voce viva; mi volgo quasi spaventata e vedo dietro di me, simile ad una delle janas che abitano le case delle rocce, una piccolissima vecchia tutta vestita di nero. Anche il suo rosario è nero; ma due cose raggianti illuminano la sua figura: la medaglia grande che pende dal rosario, di argento filogranato, con due zaffiri; ed il piccolo viso di lei rassomigliante alla medaglia. Il tempo ha logorato ugualmente il viso e la medaglia, lasciandovi lo stesso splendore: e gli occhi della vecchia pare abbiano acquistato quel loro liquido bagliore d’azzurro, a furia di guardare i due zaffiri antichi.

Questi occhi adesso si affissano su di me, e a loro volta mi dànno l’impressione che una nuova luce si sovrapponga all’arido splendore di prima: la luce della fede.

La vecchia si è seduta per terra, a’ miei piedi, e sgranando il suo rosario come davanti alla Madonna di Valverde, pronunzia la sua preghiera.

— L’ingiustizia mi ha spinto a cercarti, figliolina mia d’oro; e sono venuta qui perché là dove stiamo c’è troppa gente maliziosa che ascolta. Perché mi guardi così? Non mi riconosci?