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I miei primi piccoli successi letterarî furono accompagnati, come certi grandi successi, da vivi dispiaceri.

In famiglia mi si proibiva di scrivere: poiché il mio avvenire doveva essere ben altro di quello che io sognavo: doveva essere cioè un avvenire casalingo, di lavoro esclusivamente domestico, di nuda realtà, di numerosa figliolanza.

Finché si era trattato di novelline per ragazzi, transeat; ma quando cominciarono le novelle d’amore, con convegni notturni, baci e paroline compromettenti, la persecuzione si manifestò inesorabile, da parte di tutta la parentela, con rinforzi esterni, che erano i più temibili e pericolosi.

Una ragazza per bene non può scrivere di queste cose, se non per esperienza o per sfogo personale: cosa che, se attira in un certo modo su di lei la curiosità dei giovanotti dell’intero circondario, non desta in loro l’idea fondamentale di chiedere la mano di sposa della scrittrice.