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Poi l’uomo richiuse il sacco e mise in mostra le sue scatole: due, erano; una un po’ sgangherata, con lembi di stoffa che straripavano dalla sua apertura; l’altra, più piccola, ben legata da una cinghia. Egli non pareva disposto ad aprire la prima, sebbene fosse quella che più giustificava il mestiere e il nome di lui; ma una timida domanda della serva, che desiderava uno scialletto, sia pure molto usato, e le sembrava di intravederne uno dalla frangia che si affacciava ad un lembo della scatola, lo persuase ad esporre il suo nuovo tesoro. Tesoro invero da poveretti, prezioso per i giorni che si avanzavano mostrando i loro denti di ghiaccio: e qui il mercante credette bene di parlare, finalmente, spiegando come le sue robe non pervenissero dai mondezzai, ma gli erano state vendute, ancora in ottimo stato, nei giorni sereni, da donnette imprevidenti o bisognose, o magari a loro volta rivendugliole. La sua voce era bella, armoniosa; quasi quasi ricordava anch’essa il mormorio del bosco filettato da gorgheggi di uccelli e da cantilene di acque vagabonde.