Pagina:Deledda - Sole d'estate, 1933.djvu/203


— 197 —


va di bagliori verdi e rossi, e la nostra aia, il pozzo, la tavola di pietra davanti alla casa, ritrovavano la gioia calda dei vesperi d’agosto. In questa luce benevola, per quanto illusoria, un pomeriggio sul tardi apparve il nostro uomo.

Sulle prime lo si credette uno di quei merciai ambulanti che, durante la stagione balneare, percorrono le spiaggie affollate, carichi di robe per lo più di lana che accrescono il sudore solo a vederle: e quindi lo si lasciò penetrare volentieri nel recinto, con la speranza di ripescare dai suoi involti un po’ di calore estivo. Era giovane ancora, alto, dritto nonostante il suo pesante fardello: vestito decentemente di panno scuro, con un cappelluccio nero calcato sopra le grandi orecchie rosse, aveva, nel viso abbronzato e accigliato, due vividi occhi verdognoli che parevano di diaspro. E furono forse questi occhi i primi a rivelare la sua personalità, mentre egli si avanzava nel vialetto d’ingresso, e gli alberi lasciavano cadere intorno a lui le loro foglie gialle, quasi per salutare il suo passaggio. Sì, dovevano venire da un bosco fitto e sempre verde, quegli occhi acuti e animaleschi, abituati a scrutare i recessi più ombrosi ed a scovare da lontano gli oggetti nascosti. Il carico dell’uomo, poi, che consisteva in un sacco legato