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conto: far nascere dal suo cuore stesso i suoi personaggi; e che tutto, nella narrazione, sia suo; il sangue, la luce, i brividi del vero.

Ma appunto per questo bisogna stare in guardia contro i giochi della fantasia, sempre pronta a servirti molti argomenti — forse anche troppi — che presi bene in esame, come in un concorso, vengono mano mano scartati, bocciati, cestinati.

Eppure ce ne sono che farebbero la felicità di tanti buoni lettori. C’è, per esempio, il mai esaurito tema dei drammi famigliari: padri e figli in conflitto, sacrifizi e commedie coniugali; passioni, tristezze, tradimenti e miserie: ci sarebbe la storia dell’avaro che mentre muore vede già la rapina e la dispersione del suo tesoro; e quella del giovane ladro che penetra in una camera, della quale la finestra è continuamente aperta, rubandovi oggetti di vestiario che la tentazione lo induce in seguito a indossare e che gli comunicano la terribile malattia della quale il loro proprietario è morto.

E i titoli? Sono spesso il pernio del racconto, il motivo creatore della breve composizione. E come belli e tentatori! I regni della natura, le passioni umane, le invenzioni e scoperte, gli ultimi avvenimenti del giorno e le fantasie preistoriche, le leggende della terra natia e gli umili oggetti intorno a noi,