Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 163 — |
leggera, con la zia Rosaspina: ella non capisce lo scherzo, come, d’altronde, anche il nostro proavo don Michele Berchitta, che, andato all’inferno (appena morto), al diavolo che col forcone lo spingeva verso il fuoco eterno disse sdegnoso: oh, piano con le confidenze; io non amo gli scherzi.
— Vuol dire, — prosegue la zia Rosaspina, — che voi disprezzate le cose sacre e amate le novità moderne. E che avete anche soldi da buttar via, mentre c’è tanta gente che muore di freddo e di fame. Bene, bene: purché Dio non si offenda e... e...
Volse le spalle al letto, uscendo dalla camera con un’andatura di cavalla imbizzarrita; e non volle neppure accettare la solita tazza di caffè, che tanto le piaceva: ma prima di andarsene non poté trattenersi dal concludere:
— Purché quella coperta non porti disgrazia!
Io le feci dietro le corna; e non bastando questo toccai il piccolo chiodo storto che sempre ho in tasca; e neppure sicura del chiodo, per quanto affetto ed anche ammirazione sentissi per lei, aggiunsi fra di me: crepi l’astrologo.