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nostro più intimo non dritto pensiero. Le sue parabole, i suoi esempi, le sue profezie avevano spesso un colore d’Apocalisse: è vero, però, che ci destavano terrore e malessere perché basati su un fondo monolitico di verità e di esperienza.
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Ecco che un giorno ella viene e vede, sul nostro letto matrimoniale, una coperta nuova, di seta verde, che ha ancora il segno delle pieghe e l’odore della stoffa appena uscita dalla fabbrica. La camera ne è tutta illuminata come da un riflesso di primavera, e gli oggetti, anche i più umili, se ne rallegrano. Il pino, davanti alla vetrata della loggia, sembra quasi geloso, e fa di tutto per essere anche lui più verde del solito. Chi non si rallegra è la zia Rosaspina: anzi il suo viso si fa più austero, e i suoi occhi pare raccolgano anch’essi una luce verdastra, ma cattiva e arcigna.
— Ebbene, — domanda, — e la coperta bianca, che ti aveva lasciato tua madre?
— L’abbiamo messa via, s’intende: mica è stata venduta.
Si tenta invano di pigliare le cose alla