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fu alquanto difficile, perché giù era quasi notte e la strada, lungo il muro del parco, diventava tortuosa, con buche e scaglioni che facevano inciampare il signor Poldino. Ma ecco finalmente la chiesetta: la porta, anzi, era spalancata, e in fondo si vedeva l’altare, che rassomigliava davvero alla terrazza di fronte alla finestra della malata.

Egli sedette sulla prima panca che gli capitò: avrebbe voluto inginocchiarsi ma non poteva: sentiva un grave malessere, un mancamento di respiro; e nello stesso tempo una gioia mai provata. Recitò con fervore l’Avemmaria, cercando di rievocare la voce stessa dell’Angelo annunziatore, poi domandò la grazia.

— Fra giorni sono cinquant’anni che io e Mariolina ci siamo sposati. Vergine Santa, Madre di Dio, Sposa di tutti gli uomini che soffrono, concedimi di celebrare le nozze d’oro assieme con la mia diletta. Amen.

*

Quando la suora infermiera, non vedendo uscire dalla camera il signor Poldino, vi rientrò silenziosa, vide la finestra ancora aperta, e sullo sfondo viola, su una colonnina