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di non essere preoccupato e di proseguire nel suo solito tenore di vita, non usciva più di casa, e di giorno in giorno si sentiva anche lui mancare il cuore come quello della sua compagna. Sempre per parere dei dottori, ella veniva lasciala tranquilla nella sua grande camera ariosa, vigilata da una suora bianca che pareva fabbricata con la neve. Ma il signor Poldino, fermo in permanenza nella sala attigua, ne sentiva ogni respiro, ogni ansito: e quando ne aveva il permesso dai medici, nei momenti di tregua del male, andava a sedersi accanto al grande letto dove la moglie, sollevata sui guanciali, piccola e scarna, tutta occhi e con le sopracciglia ancora nere, sembrava una bambina d’un tratto invecchiatasi per un fenomeno crudele della natura.

E si guardavano, senza parlare; oppure, a un cenno di lei, parlava solo lui, raccontando di essere andato a spasso, di aver mangiato e bevuto bene, o di aver letto un bel libro. Tutte bugie, che però, come piccole rammendature, fermavano per un poco l’inesorabile logorarsi della vita dei due vecchi sposi.