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sala da pranzo: e dopo la bottiglia vennero fuori altri doni, fra i quali una larga e grassa treccia di formaggio fresco passato al fuoco, che sembrava quella di una fata albina.
— Ma perché tutto questo, caro Bustianeddu, perché? Voi mi mortificate; e non so come ricambiarvi.
Ma egli tirò su la bisaccia vuota, l’arrotolò come un tappeto, la nascose sotto la credenza. Non aveva bisogno di ricambio, lui: poiché per il cuore dell’uomo generoso il solo compenso è la gioia di donare.
*
— Notizie del paese? — disse, rimettendosi a sedere accanto all’uscio. — Buone e cattive. Si lavora, si combatte contro il tempo e le stagioni, si nasce e si muore. Mio figlio Giovanni è malato di mal di cuore; mia nipote Paulina si sposa col segretario comunale. Abbiamo fabbricato un palazzo, non grande come questi di Roma, ma insomma capace di albergare tutta la discendenza; mio padre, però, si rifiuta di lasciare la sua vecchia casa. È un vero uomo all’antica, lui: non brontola contro le novità, è contento che