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incrostazioni d’oro, si stendevano davvero come un campione di lastrico quale se ne vede nei sogni.

Ma a toccarne uno, come fece donna Brigida dietro l’insistente invito dell’ospite, si tornò alla più chiara realtà. E la stessa Agostina, che non aveva più un solo dente molare, dichiarò che sembravano di crema di mandorle.

— E adesso veniamo al sodo. Qui, veramente, un po’ di buona intenzione c’è stata. È morto appena da avantieri: vede, l’occhio sembra ancora vivo. Ma sarà meglio che andiamo in cucina. Tu, vecchia, lo reggerai per una zampa, ed io lo squarterò. Non ce l’hai un coltello a serramanico? Bene, ce l’ho io, se Dio vuole e il passaporto lo permette.

Le donne guardavano adesso un po’ disorientate il grosso porchetto ancora sanguinante che veniva fuori a stento dalla guaina della bisaccia. L’intenzione era stata certamente ottima, ma forse oltrepassava alquanto il limite. Non è facile mettere al fuoco, in una linda piccola cucina moderna, un porchetto di otto chili.

— Niente paura: andiamo in cucina, — incoraggiò l’ospite; e sollevò il porchetto, che, con le zampe stroncate, le orecchie pendenti, il muso rassegnato, si abbandonava alla sua sorte.