Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 106 — |
certe molliche che aveva in tasca. Con questo corteo giunsero all’atrio, e il pittore vide subito che forse si doveva consumare un sacrilegio, togliendo la Madonnina azzurra e rossa che vi era già dipinta sul muro a destra della porta, e ai cui piedi ardeva, entro un bicchiere pieno a metà di olio, una fiammella galleggiante.
Il padrone lo rassicurò: come del resto aveva già avvertito, la nuova ospite sacra doveva trovar ricovero sopra la porta: andò quindi a cercare una scala e dare ordini alla massaia, che già stava affaccendata in cucina a manipolare la pasta.
Questa vecchia contadina doveva essere sorda e di vista corta, perché l’uomo le parlava ad alta voce, ed ella non rispondeva, abbassando la testa a guardar bene la sua sfoglia; ma era forte, robusta, coi piedi e le mani che sembravano badili. Non s’impicciò nella faccenda del quadro, che lo stesso padrone volle attaccare il più alto possibile, quasi rasente alla volta, in modo che la Madonnina numero due pareva volesse nascondersi e sfuggire allo sdegno della prima protettrice del luogo. Il bambino però si piegava prepotente e curioso; e non più verso il topolino che, adesso, in quella mezza luce, sembrava vero, arrampicatosi di nascosto sul muro; ma a tentare di attaccar