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di un bambino che comincia a camminare, si rinforzano sempre più: gli occhi, oh, gli occhi, all’ombra del vecchio panama che sembra ritagliato dalla scorza scabra di un merluzzo salato, rivaleggiano, per l’azzurro e lo scintillio dorato, col colore del mare.
Ritornano amici, il mare e il signor Milio; ed egli si sente felice: la sbornia della sera prima è completamente smaltita, e l’uomo si promette con fermezza di non bere più, di riprendere a lavorare sul serio, e a poco a poco ricostruire la sua fortuna di un tempo. Per adesso continua a raccogliere, fra le alghe, fra i granchi morti, fra gli ossi di seppia e i barattoli arrugginiti, solo i suoi pezzetti di legno nero, che sono schegge di navi e barche naufragate, fossilizzati dal sale, ottimi per alimentare il fuoco nei giorni bianchi e gelati che a inesorabili passi si avanzano.
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In attesa di questi giorni, anche la vecchia col naso rosicchiato da un male del quale non si osa neppure pronunziare il nome, tuttavia dicono che essa ha quasi cento anni e non vuole entrare nell’ospizio