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tonio, — Mario mi domanda se a Casalmaggiore tu conosci un certo Vincini.
— Vincini? — ella disse, volgendosi. — Non lo conosco.
— Un appaltatore: un uomo grosso, con un occhio di vetro...
Squillò il campanello: entrò precipitosamente la serva e accese il gas appena in tempo per l’ingresso di madame.
In quella luce improvvisa Regina vide la principessa, e provò una disgustosa delusione. La figura alta e grossa aveva, anche nelle vesti non sostenute dal busto, e nel cappello lobbia fissato con un elastico sotto il cercine dei capelli neri appiccicato alla nuca, qualche cosa di maschile. Due grosse labbra grigiastre, un piccolo naso volto all’insù, due occhietti metallici, d’un verde giallognolo, disegnavano il gran viso cascante, pallido, immobile. Una volta veduta quella figura non si dimenticava più.
— Bon soir, — ella disse entrando. — La sua vocina armoniosa contrastava stranamente con quel suo grosso corpo deforme. Proseguì in francese, mentre Arduina le toglieva servilmente il cappello e la borsetta: — Ho tanto piacere di rivedervi, monsieur Venutelli. Ho ricevuto la vostra lettera. Questa è la vostra sposa? Molto gentile.
Antonio s’inchinò; Regina la guardava coi grandi occhi un po’ stupiti.
— Troppo buona, signora... — mormorò.
— Scusi?... — domandò madame volgendo l’occhio sinistro verso Regina.
Allora questa ricordò come Antonio imitava la principessa sorda, ed ebbe voglia di ridere;