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ziva di umiliazione! Benissimo. E forse pensava che io sarei ritornata per tormentarlo soltanto e che l’avrei abbandonato ancora!... Dunque è vero! Dunque è vero! Ed io mi ostino ancora a non credere, mentre egli non sa neppure più mentire. Eppure ha mentito per due anni, ogni giorno, ogni ora, ogni momento. Come, come ha fatto?

— E io non ho un tempo covato per giorni e mesi il mio progetto di fuga? Non era un tradimento anche quello? Ed ora non mentiamo entrambi? perchè tante parole inutili, tanti sottintesi, se non per ingannarci a vicenda? Che pensa egli in questo momento? Che posso io sapere della sua anima, ed egli della mia? Ci siamo sempre fraintesi, e più che mai, forse, ora. No, noi non ci conosciamo; siamo a noi sconosciuti più che non lo sia a noi quel signore lì. Da tanto tempo dormiamo assieme, dividiamo il pane ed il letto, abbiamo una figlia, parte di noi stessi, eppure non ci conosciamo ancora! Siamo tutto al più due nemici: ci offendiamo, ci nascondiamo a vicenda per ferirci meglio...

— Ritorneremo per Ponte Molle, o faremo come l’altra volta? — domandò Antonio.

— Ci sarà forse qualche carrozza laggiù, — rispose Regina.

— Ritornare! — pensò, con disperazione.

— Riprendere la solita vita d’inganno e di vergogna. No, non voglio. Bisogna finirla.

E sentì finalmente il coraggio di finirla presto, quel giorno stesso.

La sua decisione quasi la rasserenò: le parve di sollevare il viso, di aprire gli occhi e di ve-