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pregò Regina, infastidita. — Perchè non te l’ho detto? Perchè non ci credevo!

— E vuol dire che ora ci credi. Ed hai atteso a dirmelo ora, oggi, in questo momento?

— Ho aspettato l’occasione...

— Oh, per questo, poi! Non te ne sono mancate di occasioni... peggiori di questa!

— Ti ripeto, non mi piacciono le romanticherie; nella storia della mia vita non ci saranno mai scene forti. Non sono un personaggio da romanzo, io! Un’altra te le avrebbe fatte queste scene, ti avrebbe scongiurato sentimentalmente a giurare la verità sul capo della nostra, bambina.. Io non so farle queste cose! Una sola volta ho commesso una sciocchezza drammatica: basta una!

— Tutto questo che c’entra? — egli disse, a sua volta infastidito. — Potevi parlare come parli ora, ma parlare. Ripetimi poi ciò che dicevi poco fa. Dicevi che ti sei rimproverata mille volte di essere la causa di questa... calunnia. Che cosa volevi dire?

— Se non ascolti! Io mi sono rimproverata di aver involontariamente fatto nascere questa calunnia sul conto tuo, costringendoti a diventare il servitore assiduo di quella donna. Era naturale che la gente, poi, sospettasse. Si sospetta di uomini più ricchi e meno belli di te! Per far posto a te, madame ha congedato gli altri, il cav. R., il signor S. Era naturale che costoro parlassero male di te. Forse furono loro a calunniarti. Però, — ella continuò, ritornando alla sua prima idea, — ricordati, Antonio: io era pentita del mio capriccio. Ricordati bene; io ritiravo tutte le mie sciocche