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E allora perchè dicevi che tutti ci credono? Anche questo hai saputo poco fa? Te lo ha detto anche quella... quella... (cercò, non trovò una definizione esatta) non so come chiamarla! E tu, tu non ti vergogni di abbassarti a simili pettegolezzi, con creature simili? Con creature degenerate? Tu, — continuò, sforzandosi ad esser beffardo, — tu, la donna superiore, la donna fina, la gran dama! La gran dama! — ripetè, alzando e ingrossando la voce.
Allora Regina si animò. Un cupo rossore le mise un cerchio di fuoco intorno al viso, dalla fronte al mento: anche le sue mani si agitarono con gesti tragici.
— Non essere volgare, Antonio, — disse senza più guardarlo. — Che vuoi? La vita è così, stupida, borghese! Si rivelano le cose più orribili per mezzo di pettegolezzi da donnicciuole, e si svolgono i drammi per la via maestra, durante una passeggiatina. Guai se questo avvenisse in un romanzo: l’autore sarebbe tacciato di volgarità, se non d’inverosimiglianza. Nella vita, invece, vedi come succede... La gran dama va a scoprire la causa della sua infelicità in uno stambugio di via San Lorenzo; la donna superiore scende in istrada per...
— Regina, finiscila! Finiscila! — impose e pregò Antonio. — Tu ragioni troppo e troppo freddamente perchè tu possa credere a quello che dici. No, non è vero; tu non ci credi. Dimmi che non ci credi...
E cercò di riprenderle il braccio; ma questa volta fu lei a respingerlo.
— Lasciami! Ecco come siete voi uomini!