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— Anch’io!
— Senti, — egli disse, adirandosi ancora, ma più cupo, più sdegnoso, — senti; non ti vergogni?
— Andiamo, — ella ripetè, avviandosi senza più cercare il braccio di lui, — non facciamo scene per la strada.
E si avviò, cieca, tutta riavvolta nell’ombra paurosa dalla quale aveva creduto liberarsi. L’attimo di speranza era passato. Perchè? Non sapeva. Si può sapere perchè il cielo ad un tratto si copre di nuvole? L’atteggiamento di Antonio era quello di un uomo offeso: egli la seguiva, lontano, lontano appena un passo da lei, e ripeteva con voce irritata e incosciente:
— Vergognati, vergognati...
Ma ella oramai non poteva più abbandonarsi all’ardente desiderio di crederlo innocente. Non poteva, non poteva.
— Tutti lo credono! — ripetè Antonio, rimettendosi al fianco di lei, ma senza sfiorarla. — E me lo dici così, per la strada, improvvisamente, come uno scherzo! E tu, anche tu ci credi! E me lo dici così!...
— Come volevi che te lo dicessi?
— Almeno prima!
— Figurati che l’abbia saputo oggi, poco fa, per esempio!
— Non è possibile. Eri troppo serena, poco fa.
— Si può fingere così bene! — ella disse, con un sorriso ghignante, che le solcò le guancie come un segno di spasimo.
— Poco fa! — egli ripetè, stringendosi le mani e scuotendole all’altezza del suo viso. —