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s’era trovata il primo giorno del suo smarrimento.
— No, — cominciò con voce sorda, — tu non puoi figurarti quanto sia maligna Gabrie. Oh, molto più di Marianna. Questa qui, almeno, vede e... qualche volta tace: quell’altra... Se non ti offendi ti dico una cosa, Antonio...
Egli si volse a guardarla: anche lei lo guardò. Le parve che in quel momento essi si comprendessero senz’altro. Tuttavia insistè:
— Non ti arrabbi, però?
Egli guardò ancora davanti a sè, indifferente, troppo indifferente.
— Ma no, ti dico.
— Gabrie dice che tu sei l’amante di madame Makuline.
Egli arrossì e una collera ardente gli deformò il volto; e mentre stringeva e poi lasciava e quasi buttava lontana da sè la mano di Regina, aprì gli occhi, aprì la bocca, con atto di meraviglia e d’ira.
— L’ha detto a te? — gridò.
La sua voce risuonò nel silenzio della via.
— L’ha detto a me, sì.
Egli si fermò. Regina si fermò: il cuore le batteva forte. Le mani di lui, volte verso terra, brancicavano quasi cercando di afferrare qualche cosa, con un gesto famigliare ai grandi attori nei momenti più drammatici della rappresentazione. In realtà, pareva a Regina ch’egli recitasse troppo bene la sua parte; ma nello stesso tempo ella cercava di esser giusta, e pensava:
— Se egli è innocente è naturale che si turbi così.