Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 245 — |
d’un padre sono sublimi. Caterina rispondeva a modo suo.
Quando Regina s’avvicinò, Antonio e la bimba continuavano la loro interessante conversazione; gli occhi del giovine erano limpidi e lieti ed ella si convinse ancora una volta d’aver fatto un brutto sogno.
III.
E giorni e giorni seguirono, se non in tutto, in parte eguali a quello.
*
Un aprile caldissimo bruciava già la città. Verso sera il cielo si infocava, ardente e luminoso come un metallo incandescente: l’odore dell’estate, odore di polvere e di erbe secche, rendeva l’aria quasi soffocante.
Una di quelle sere Regina stava nel salotto della principessa, che due giorno dopo, a causa del caldo eccezionale, doveva partire per Albano.
— Starete molto tempo lassù? — domandava in francese il vecchio signore dal cranio di porcellana, facendo uno sforzo per parlare.
Ma come egli non parlava abbastanza forte, madame volse lentamente il gran viso scialbo.
— Scusate?