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d’un padre sono sublimi. Caterina rispondeva a modo suo.

Quando Regina s’avvicinò, Antonio e la bimba continuavano la loro interessante conversazione; gli occhi del giovine erano limpidi e lieti ed ella si convinse ancora una volta d’aver fatto un brutto sogno.


III.


E giorni e giorni seguirono, se non in tutto, in parte eguali a quello.


*


Un aprile caldissimo bruciava già la città. Verso sera il cielo si infocava, ardente e luminoso come un metallo incandescente: l’odore dell’estate, odore di polvere e di erbe secche, rendeva l’aria quasi soffocante.

Una di quelle sere Regina stava nel salotto della principessa, che due giorno dopo, a causa del caldo eccezionale, doveva partire per Albano.

— Starete molto tempo lassù? — domandava in francese il vecchio signore dal cranio di porcellana, facendo uno sforzo per parlare.

Ma come egli non parlava abbastanza forte, madame volse lentamente il gran viso scialbo.

— Scusate?