Pagina:Deledda - Nostalgie.djvu/242


— 232 —


stato soltanto un sogno. Ad ogni modo si riallacciava stranamente alla realtà, con le sue diecimila lire, il «bell’appartamento», il riso diabolico di Marianna.

Marianna! Ella doveva senza alcun dubbio sapere. Per qualche istante Regina pensò di farla venire subito da lei.

— La costringerò a parlare. Anche con la violenza, se occorre. Manderò fuori la balia e la donna. Sono più forte di Marianna, io!

Strinse i pugni, se li guardò, come per assicurarsi della sua forza.

— Se non parla la schiaccio. Le griderò! «Oh, voi, che avete sempre detto la verità, parlate, ora...».

Le pareva d’udir la sua voce risuonare nel silenzio tiepido del salotto.

Che avrebbe risposto Marianna? Avrebbe riso, forse.

E se niente era vero?

D’altronde, subito, un impeto d’orgoglio stravolse e portò via il progetto indecoroso e insensato.

— Nè Marianna, nè alcuno. Saprò da me.


*


Ma dopo un momento ricominciò a dubitare di sè stessa, ed a progettare cose romantiche od almeno irragionevoli.

Fra le altre pensava di pedinare Antonio. Una bella notte egli usciva e dopo aver vagato un po’ qua e là andava ad aprire il cancelletto di ferro del giardinetto di madame, quel cancelletto che aveva fatto dire a Massimo, in una sera memorabile per Regina: