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grembo il mazzolino, il libro, il pacchettino. Perchè li aveva ripresi? Ebbene, sì, per una istintiva, vendetta verso Gabrie, che le aveva messo quella spina nel cuore.
— Come sono piccola! — pensò. — Che colpa ne ha lei se... ciò è vero? Ma può esser vero? E perchè? E perchè non mi son domandata subito questo perchè?
Ah, perchè era inutile domandarselo!
Ella lo sapeva questo terribile perchè: ancor prima che l’inutile domanda venisse formulata dalle sue labbra, il perchè era echeggiato nel suo sangue, di vena in vena, fino agli abissi rombanti del cuore.
Egli si era venduto. Regina non ne dubitò un solo istante, come non le passò neppure in mente il pensiero assurdo che egli potesse essere stato, prima di sposarsi, l’amante disinteressato della vecchia ricca.
Egli si era venduto. Si era venduto per lei, come e per quello che si vendono le donne: per ottener denaro, per procurarle una casa bella, e la luce, e il sole, e i pezzi di stoffa, e gingilli, e guanti, e sottane di seta... e tutte le cose che ella gli aveva domandato; tutte le cose che ella gli aveva rimproverato di non saperle dare.
— Oh, miserabile! Fanciullo stupido, essere debole e vile... io tornerò a casa, ora, e ti prenderò a schiaffi, come si fa coi bambini cattivi. Tu dovevi capirmi... tu dovevi capirmi...
Ma mentre ella singhiozzava fra sè queste ed altre recriminazioni, sentiva che le sue recriminazioni erano vane e sciocche: ben altre parole di verità le risuonavano in fondo al cuore, travolgendolo in un turbine minaccioso.